“Ancora una volta, la forte performance economica del Travel & Tourism dimostra come il settore
costituisca uno strumento per i governi nel generare prosperità e creare posti di lavoro in tutto il mondo”.

Con queste parole la Presidente e CEO del World Travel & Tourism Council, Gloria Guevara Manzo, ha introdotto l’edizione 2019 dell’ultimo Economic Impact, la pubblicazione annuale dell’organizzazione internazionale che ci aggiorna sulle tendenze economiche del settore, a livello mondiale e per i 185 paesi messi sotto la lente delle analisi del Consiglio.

La rilevanza e la dimensione che il settore ha raggiunto negli ultimi anni – è in realtà la seconda “industria” in termini di crescita del valore prodotto, dopo il manifatturiero – possono essere sintetizzate in questi dati:

  • il contributo diretto alla formazione del Prodotto Interno Lordo mondiale, nel 2018, è stato pari a 2.514 miliardi di euro, che corrispondono al 3,2% del totale della ricchezza globale prodotta nell’anno. Per il 2019 la quota sul Prodotto dovrebbe arrivare al 3,6%, superando in questo modo i 2.600 miliardi di euro;
  • da qui al 2029 ci si attende una crescita media annua del 3,6%, dato questo che porterebbe il valore complessivo del contributo diretto del settore a oltre 3.700 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l’occupazione, sempre in termini di contributo diretto del settore, il Consiglio ha fornito le seguenti stime:

  • sono 123 milioni i posti di lavoro generati dal settore nel mondo, pari al 3,8% dell’occupazione complessiva e si prevede, per il 2019, una crescita dell’occupazione del 2,2%, un incremento che porterebbe il volume occupazionale a sfiorare i 126 milioni di posti di lavoro;
  • proiettando le stime al 2029 e prevedendo una crescita media annua dell’occupazione del settore intorno al 2,1%, l’occupazione complessiva raggiungerebbe la quota di 154 milioni di addetti a livello mondiale.

Alla definizione del settore basata sul contributo diretto delle attività economiche collegate a Viaggi e Turismo (che circoscrive il settore alla spesa dei visitatori nei paesi ospiti per hotel, linee aeree, agenzie di viaggio, servizi di business e intrattenimento, spesa pubblica per musei o altri luoghi culturali) è possibile affiancare una definizione più estesa del contributo, prendendo in considerazione anche gli impatti indiretti (includendo gli investimenti del settore, la spesa pubblica per promozione, marketing, servizi di sicurezza e sanitari) e indotti (allargando la platea dei contributi alla spesa diretta e indiretta del personale dedicato alle attività di viaggio e turismo): ciò porterebbe a valutare il contributo totale delle attività, a livello mondiale, in oltre 8mila miliardi di euro per il 2018 e, sempre per lo stesso anno, in 319 milioni di addetti in termini occupazionali, in sostanza, ogni dieci posti di lavoro, uno è riconducibile al settore.

Le pubblicazioni del WTTC sull’impatto economico del T&T hanno riguardato, di recente, anche l’Italia.

Da queste analisi è emerso che, nel 2017, il contributo diretto del settore per il nostro Paese è quantificabile in 94,1 miliardi di euro, cifra questa che riflette un effort lavorativo pari a un milione e 490mila addetti. Nella visione allargata del settore, il contributo economico totale si aggira intorno ai 223 miliardi di euro, generando un’occupazione di tre milioni e 394mila addetti.

Le stime del Consiglio, elaborate a consuntivo per il 2018 e per il 2028, vedono in crescita, per l’Italia, tutti i principali indicatori presi in esame:

  • il contributo diretto al prodotto interno lordo è aumentato dell’1,9% e, supponendo di mantenere nei prossimi dieci anni lo stesso tasso di crescita, nel 2028 il prodotto potrebbe raggiungere i 116 miliardi di euro. Il contributo totale (diretto, indiretto e indotto) cresce dell’1,8% nel 2018, mentre un tasso medio di crescita dell’1,7% per i prossimi dieci anni garantirebbe un risultato economico vicino ai 270 miliardi di euro;
  • anche l’occupazione diretta è vista in crescita per il 2018 (+1,3%) e, in prospettiva, fino al 2028 (con un tasso medio stimato intorno all’1,7%), anno in cui l’occupazione diretta potrebbe sfiorare la ragguardevole cifra di un milione e 800mila addetti. L’impatto complessivo delle attività collegate al settore (diretto, indiretto e indotto) consentirebbe di disporre, nel 2028, di una base occupazionale vicina ai quattro milioni di posti di lavoro.

In termini percentuali, in Italia la quota del settore T&T sul prodotto interno lordo è pari oggi al 13% e dunque più elevata rispetto alla quota che si riscontra a livello mondiale e che si ferma al 10,4%. Dal lato dell’occupazione il presidio delle attività turistiche è invece garantito da una quota di addetti pari al 14,7%, anche in questo caso superiore al dato mondiale che è pari al 10%.

Il quadro positivo che proviene dalle analisi del WTTC, sia a livello mondiale sia su quello nazionale, consente di guardare al settore con una certa fiducia e, in ogni caso, ciò che traspare è il forte potenziale ancora insito nel settore, soprattutto se si osserva lo sviluppo attuale della domanda di turismo, prima circoscritta alle componenti sociali di reddito medio-alto dei paesi occidentali e più industrializzati, mentre oggi – grazie soprattutto all’innovazione digitale dei servizi di accoglienza e allo sviluppo di trasporti low cost – estesa ad ampie fasce di popolazione anche di reddito medio basso e, soprattutto, ai flussi provenienti dai paesi dell’area asiatica (orientale e sud orientale), dell’Est europeo, dell’America meridionale.

Un riflesso di questo quadro positivo e di crescente opportunità può essere colto anche dai dati che riguardano la Sardegna. Da un’indagine presso le imprese turistiche sarde – svolte nell’ambito delle attività del Progetto START Sardegna, finanziato con il Fondo Sociale Europeo della Regione Sardegna e attuato dal RTI Uniform Servizi, Censis, Area Science Park e Apply Consulting – si riscontra, infatti, un mood in linea con quanto sta accadendo a livello nazionale e mondiale. Il 53,7% delle imprese che hanno partecipato all’indagine ha dichiarato di aver visto crescere il proprio fatturato nel 2018, rispetto al 2017, e il 29,3% ha presentato un fatturato invariato. Solo il 12,2% ha dichiarato una riduzione del valore prodotto.

Sul piano occupazionale, il 47,6% delle imprese turistiche intervistate ha aumentato il personale a disposizione nel corso del 2018. Stabile invece l’occupazione nel 38,1% delle imprese, mentre diminuisce per l’11,9%.

La situazione economica risulta positiva o molto positiva per oltre un quarto delle imprese (26,2%) e per il 38,1% resta, nel 2018, stabile. Critica o molto critica è invece giudicata la condizione economica da poco più di un terzo del panel. In prospettiva, le attese di miglioramento sono invece condivise dal 44,7% delle imprese e solo il 7,9% prevede nei prossimi due anni un rischio di peggioramento.